buonocore teresaTeresa Buonocore è nata a Portici nel 1959.

Teresa Buonocore era una persona per bene che si divideva tra due lavori – faceva la segretaria nello studio di un avvocato penalista di Napoli e la guida turistica – per non far mancare nulla alla sua famiglia, alle sue bambine che cresceva da sola. La sua storia è un ricordo che rimarrà per sempre nei cuori di coloro che l'hanno conosciuta e amata. È una storia di coraggio e determinazione che continua a ispirare tutti coloro che lottano per la giustizia e la verità. Teresa era una mamma coraggiosa, pronta a difendere sua figlia da qualsiasi forma di violenza. 

Il 20 settembre 2010, quando fu scoperto il suo corpo senza vita, uccisa con quattro colpi di pistola calibro 9 sparati a distanza ravvicinata, la prima sensazione fu quella di essere davanti a un omicidio inspiegabile. C’era qualcosa di “strano” in quel delitto avvenuto in pieno giorno. Un agguato che suggeriva uno ‘stile’, quello della Camorra.

Teresa stava andando al lavoro, al volante della sua Hyundai Atos di colore grigio chiaro, quando in via Ponte dei Francesi si ritrova accanto due ‘sconosciuti’ in sella ad uno scooter che premono il grilletto. Quattro colpi per togliere di mezzo la donna, mamma di quattro figli. Un regolamento di conti? Una vendetta? Qualcosa non tornava.

Teresa Buonocore era una persona per bene che si divideva tra due lavori – faceva la segretaria nello studio di un avvocato penalista di Napoli e la guida turistica – per non far mancare nulla alla sua famiglia, alle sue bambine che cresceva da sola. Non aveva mai avuto alcun legame con la criminalità, non era legata sentimentalmente a qualche boss, nulla che potesse spiegare quell’esecuzione.

Nonostante lo smarrimento iniziale, non resterà un omicidio irrisolto. A condannare a morte la 51enne di Portici era stato Enrico Perillo, geometra 53enne di Portici ed ex amico di famiglia, condannato a 15 anni di reclusione per violenza sessuale ai danni di due ragazze minorenni. Una delle vittime era la figlia di Teresa. Ad armare la mano dei sicari è stata proprio la sete di vendetta del geometra, l'odio contro quella donna che aveva scelto di chiedere giustizia.  

Ammazzata perché aveva difeso la figlia

Secondo la giustizia era accaduto proprio questo. Teresa Buonocore era stata uccisa per aver difeso la sua bambina dalla violenza di un adulto. Per capire tocca fare un passo indietro. Tutto comincia quando la figlia maggiore della donna conosce a scuola un’altra bambina, figlia di Perillo. Le due ragazze diventano amiche e passano molto tempo insieme in casa dell’uomo, tra l’altro un vicino. Con loro c’è anche un’altra compagna di classe. Tra quelle mura si consuma la violenza, nel silenzio. Le piccole, terrorizzate, proteggono quel segreto orribile fino a quando una ‘confidenza’ ha permesso di scoprire la verità. Teresa è inamovibile e lottò con tutte le sue forze per avere giustizia. E la giustizia non si può comprare. La giustizia non vale 120.000 euro, la somma che la mamma-coraggio rifiutò per ritirare la denuncia, per rimangiarsi quelle accuse terribili.

«Mi diceva di non dire niente. Mi mostrava la pistola e mi diceva che se avessi raccontato qualcosa a mia madre l’avrebbe uccisa con quell’arma. Le violenze avvenivano quando le mie amiche (figlie di Perillo), stavano nella loro camera a giocare al computer». Con queste parole la figlia di Teresa aveva raccontato le violenze. L’orco aveva mantenuto la promessa e le aveva ammazzato la mamma per vendetta.

Una terribile vendetta che si compie poco dopo le 9 del mattino: a lungo gli assassini avevano studiato le abitudini di Teresa e conoscevano bene il tragitto che quotidianamente la donna percorreva recandosi in ufficio. A bordo di uno scooter, i killer raggiungono l'auto di Teresa ed esplodono quattro colpi. 

La svolta

Le indagini degli inquirenti, dirette dal primo dirigente Pietro Morelli e coordinate dal pm Simona Di Monte, arrivano presto ad una svolta. Vengono fermati un tatuatore di 26 anni, Alberto Amendola, e Giuseppe Avolio, pescivendolo 21enne. I due sono accusati di omicidio, porto illegale di armi e spari in luogo pubblico. Durante l’interrogatorio i due assassini confessano e puntano il dito contro Enrico Perillo, l’uomo accusato di violenza, che dal carcere avrebbe commissionato l'omicidio.

Il processo

Nel dicembre 2012 Avolio e Amendola vengono condannati rispettivamente a 18 e 21 anni; pene confermate anche in Appello nel 2013. Esemplare la pena inferta a Perrillo, condannato all'ergastolo. Intanto, già nel luglio 2012, Perillo aveva visto la sua condanna per i reati sessuali commessi confermata in Appello.

Nel febbraio 2014 la Corte di Assise d'Appello di Napoli ha confermato la condanna all'ergastolo ai danni di Perillo come mandante dell'omicidio di Teresa.

Al processo per l'omicidio della donna sono state ammesse come parti civili il Comune di Portici (dove la donna risiedeva), il Comune di Napoli (dove si è verificata la tragedia), il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Napoli.

Il 12 gennaio 2015 la Corte di Cassazione condanna definitivamente i due killer di Teresa Buonocore. Amendola, uno dei condannati, dovrà anche risarcire l'Ordine degli Avvocati di Napoli per l'incendio causato allo studio dell'avvocato Maurizio Capozzo.

Nel mese di giugno 2015 arriva altresì sentenza di condanna definitiva per il mandante dell'omicidio: confermata la condanna all'ergastolo.

Emerge dalla cronaca che Perillo ha proceduto alla vendita di ogni proprietà in suo possesso ed il denaro ricavato con assegni circolari non può essere posto a sequestro. Già precedentemente aveva nominato suo fratello Lorenzo procuratore della sua quota sui beni immobili. Il rischio che si prospetta per i familiari di Teresa è di non essere risarciti.

La sorella, Pina, e le figlie di Teresa oggi, grazie all'intervento del sindaco di Salerno, hanno cambiato dimora. È stata assegnata alla famiglia un'abitazione, bene confiscato alla camorra, e Pina lavora nello staff del sindaco. 

Omaggi e commemorazioni

Teresa Buonocore è ricordata ogni anno il 21 marzo, nella giornata della memoria e dell'impegno dell'associazione Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.

In occasione del terzo anniversario della sua morte, viene reso omaggio alla memoria di Teresa con una commemorazione a palazzo San Giacomo. Nel corso dell'iniziativa, patrocinata dal Comune di Napoli e promossa dall'associazione Libera, dal Coordinamento Campano dei familiari delle vittime innocenti di criminalità, dalla Fondazione Pol.i.s., il sindaco ha consegnato una targa a Pina Buonocore, sorella di Teresa "Mamma coraggio della città di Napoli". Presenti anche il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, il senatore Enzo Cuomo, al tempo dell'accaduto sindaco di Portici, Elena Coccia, vice-presidente del Consiglio Comunale, Matilde d'Errico, del programma televisivo "Amore criminale", la giornalista e scrittrice Giuliana Covella ed alcuni familiari di vittime innocenti. L'assessore alle politiche giovanili del Comune di Napoli, Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, legge una toccante lettera scritta in memoria di Teresa. 

A seguire viene celebrata da Don Tonino Palmese una messa per Teresa nella parrocchia Immacolata Concezione di Portici.

Nel 2013 la sua storia è stata raccontata in due puntate nella trasmissione televisiva Rai Un giorno in pretura

Nel febbraio 2014 la dependance di Villa Fernandez a Portici, bene confiscato alla criminalità, è divenuta presidio di legalità ed è stata intitolata alla memoria di Teresa Buonocore e di Claudio Taglialatela. 

La Fondazione Polis, in collaborazione con il Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità, ha realizzato un progetto dal titolo "VIVI", con il supporto tecnico e scientifico di Aldo Zappalà di Village Doc&Films.  

L'intenzione narrativa è quella di "Riportare avanti le lancette dell'orologio", raccontare la vita delle tante vittime innocenti della criminalità: le passioni, i desideri, le ambizioni di questi uomini e di queste donne, come se queste vite non fossero state mai spezzate violentemente dalla criminalità organizzata e comune.  

Tra le vittime ricordate e raccontate anche la storia di Teresa Buonocore. 

Un lavoro complicato  e delicato di interviste in profondità, realizzate da Veronica Montanino, figlia di Gaetano vittima del dovere, dal quale poi sono stati realizzati i video-documentari e i reading teatrali messi in scena con successo al Museo Pan di Napoli il 23 settembre e il 4 ottobre 2014. 

Il 25 novembre 2014, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, all'ex cinema Capitol di corso Umberto si è tenuta una manifestazione a cui hanno partecipato le scuole superiori. L'iniziativa è stata promossa dall'associazione "Farmaciste in....sieme" è durante la manifestazione è stata ricordata Teresa Buonocore

Il presidente del Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità Avella Alfredo, presso la Fondazione Pol.i.s, il 19 dicembre del 2014, e negli anni a seguire, ha consegnato delle borse di studio in favore delle vittime innocenti della criminalità. A ricevere le borse di studio anche le figlie di Teresa. 

Nel luglio 2014 è stata dedicata a Teresa Buonocore la giornata del Festival dell'impegno civile organizzata dal presidio Libera di Portici.

In occasione della festa della mamma a Ponticelli "Concerto a Maria" dedicato a Teresa Buonocore. L'evento di musica classica organizzato dall'associazione "Napoliavantitutta", in collaborazione con l'UCSI (Unione cattolica della Stampa Italiana) e l'associazione Prometeo di Torre del Greco, si è svolto presso la Basilica di Santa Maria della Neve.

Il 20 settembre 2015, a distanza di cinque anni dal barbaro omicidio, Teresa viene insignita della medaglia d'oro all'onore cittadino dal Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti e dal Sindaco di Napoli. 

Il coro polifonico "Note Legali", composto anche dal presidio di Libera "Teresa Buonocore e Claudio Taglialatela", si è esibito a Novembre 2015 in udienza da Papa Francesco.

Nel mese di settembre 2016, per il sesto tragico anniversario, un concerto in memoria di Teresa nel bene confiscato a Portici "Villa Fernandez" e una messa in sua memoria in via dei Ferrovieri. Un momento dedicato alla mamma coraggio, insieme a Pina Buonocore, si è svolto presso la Casa di Tonia, luogo dedicato alle donne e per le donne. 

Il 2 giugno 2018, in  piazza Plebiscito, in occasione della Festa della Repubblica, viene consegnata alle figlie di Teresa la medaglia d'oro al merito civile, così come deciso con decreto dal Presidente della Repubblica, quale riconoscimento delle eccezionali virtù civiche e dell'altissimo senso del dovere. 

Il 20 settembre 2018 a Portici, città dove viveva, fu inaugurata una lapide in sua memoria nel cimitero cittadino ed una simile è presente sul luogo dell'attentato sotto il ponte dei Granili.

Un Centro Anti Violenza, coordinato da Carlo Signore, è dedicato a Teresa Buonocore.  L'associazione è impegnata da anni a sostegno di tutte le vittime di violenza e di discriminazioni e in particolare vittime di atti di bullismo: avendo quindi conosciuto a fondo il fenomeno, ha ritenuto di doversi occupare anche degli autori, quasi sempre giovanissimi, affinché si rendano conto della gravità dei loro comportamenti e imparino così a non reiterarli.

La storia di Teresa Buonocore è raccontata nel libro di Giuliana Covella "Fiore....come me", edito da Spaziocreativo e promosso dalla Fondazione Polis nel 2013, ed è stata rivisitata nel 2015 nel programma televisivo  "Amore criminale", condotto da Barbara De Rossi.