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Davide Winspeare è nato a Portici il 23 maggio 1778. È figlio di Antonio Winspeare, generale del Genio borbonico, e di Maria Scillitani.
Intrapresi gli studi di legge, è stato allievo dell’economista e scrittore Antonio Genovesi. Laureato in giurisprudenza, ha maturato le sue prime esperienze legali, praticando l’avvocatura nel foro di Napoli.
Ancora «… in età giovanissima trovandosi elevato ai primi uffizi della magistratura», nel 1798 ha ricoperto l’incarico di avvocato fiscale delle Regie Poste. Nell’esercizio della sua funzione, si è messo subito in luce «… per il rigore nel tentativo di ridurre le malversazioni e di moltiplicare le spedizioni dei corrieri, per evitare ritardi e problemi connessi».
Ventunenne, durante la Repubblica Partenopea, arrestato e imprigionato, è stato tenuto in carcere fino al mese di luglio del 1799.
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Domenico Capitelli è nato a San Tammaro, nei pressi di Capua, nel 1794, da Antonio Capitelli.
Giovanissimo è stato mandato a studiare nel seminario di Capua, dove si è dedicato «… soprattutto agli studi di diritto, filosofia e matematica».
Nel 1815, abbandonato il seminario capuano, attratto dall’ambiente culturale della capitale del Regno delle Due Sicilie, si è recato a Napoli, dove ha atteso «… agli studi legali, alle scienze filosofiche ed anche alla medicina per giovarsene nello esercizio delle professioni legale».
Qui, ha coltivato «… l’amicizia di Roberto Savarese, Giuseppe Pisanelli, Nicola Nicolini, ma anche quella di uomini politicamente impegnati, quali Gabriele Pepe e Alessandro Poerio».
Ottenuta la concessione, con decreto reale del 20 ottobre 1819, ha aperto «… a Napoli una scuola privata di diritto ispirata al pensiero di Giambattista Vico».
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Domenico Manzon è nato a Portici il 22 giugno 1922.
Dopo aver studiato legge all’Università degli Studi di Napoli, si è avviato al giornalismo.
Diventato giornalista professionista ha lavorato «… prima presso “Il Tempo” di Roma poi a Londra presso la sezione italiana della BBC, quindi al “Roma” di Napoli che ha la lasciato con la qualifica di redattore capo».
Fino al 1994, ha collaborato con “Il Mattino” di Napoli, curando una rubrica settimanale di eno-gastronomia. Autentico «… giornalista galantuomo, pieno di verve», ha prestato la sua penna alle «… riviste specializzate di settore facendosi apprezzare per la sua semplicità e competenza».
Presidente dell’Enohobby Club Napoli – la Confraternita dei Borbone, «… primo sacerdote napoletano del dio caucasico» ha spinto l’avvio di corsi di enologia in Campania.
È stato direttore della rivista Mangiare & Bere.
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Eduardo Bottigliero è nato a Portici l’8 aprile 1864, da Pasquale e Luisa Limongelli.
Terminati gli studi al Seminario Arcivescovile di Napoli, nel 1890, è stato ordinato stato sacerdote.
Contemporaneamente, appreso il contrappunto dal maestro Gennaro Giordano, ha completato gli studi di musica, diplomandosi in organo e composizione.
È stato il primo assertore nell’Italia Meridionale della riforma ceciliana, fenomeno «… che, essenzialmente, tendeva alla rimozione, dai riti sacri, degli influssi laici e mondani del lirismo musicale profano e aspirava ad un ritorno al passato, con modi gregoriani, voci a cappella, sobrietà nell’uso degli strumenti».
Membro della Commissione Arcivescovile di Musica Sacra di Santa Cecilia a Napoli, «… in un’udienza accordatagli il 13 ottobre, venne a sapere che il Papa era in procinto di prendere delle decisioni» relative ai provvedimenti necessari al rinnovamento musicale, poiché la musica è andata, progressivamente, trasformata dal «.. pessimo e correttissimo gusto musicale del popolo, educato dalle languide canzonette».
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Elvira De Vincenzo è nata a Portici, il 27 giugno 1928, da Ciro De Vincenzo e da Maria Passeggio.
Raggiunta la maturità classica presso il Liceo Classico Gaetano De Bottis di Torre del Greco, si è iscritta alla Facoltà di Agraria di Portici.
Interrompendo gli studi, nel 1952 ha sposato Cristoforo Cozzolino. Con il marito, anch’egli militante della sezione comunista porticese, si è attivata a sostenere la propaganda dei programmi elettorali del partito.
Nel 1953, con solerte impegno, ha sostenuto Massimo Caprara nella sua campagna elettorale per elezione a sindaco di Portici.
A sua volta, candidata al Consiglio comunale, nel 1970, è stata eletta consigliere.
Con 17000 voti, nel 1975, eletta consigliere provinciale tra le file del Partito Comunista Italiano, è stata una delle prime donne a ricoprire questo ruolo.
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Enrico Arlotta è nato a Portici l’11 settembre 1851, da Francesco Arlotta e Raffaela Pasca.
Conseguita la laurea in giurisprudenza, è stato economista, finanziere e politico.
Attratto dalla politica, diviene seguace di Francesco Crispi, di Giorgio Sidney Sonnino e di Antonio Salandra.
Attivo «… protagonista della vita amministrativa della città di Napoli», ha rivestito l’incarico di assessore ai Lavori Pubblici, sotto il sindacato di Nicola Amore.
Con il predetto sindaco, nel 1884 ha collaborato «…con vivo interesse al piano di risanamento della città» colpita dalla crudele epidemia di colera.
Banchiere, dal 1895 al 1897, è stato direttore generale del Banco di Napoli.
Dal 1897 al 1919, XX – XXIV legislatura, ripetutamente, è stato eletto alla Camera dei Deputati del Regno d’Italia: dell’Assemblea parlamentare, dal 10 marzo al 19 giugno del 1916, ne è stato anche vicepresidente.
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Enzo Decaro, all’anagrafe Vincenzo Purcaro Decaro, è nato a Portici il 24 marzo 1958. Dopo la laurea in Lettere all’Università di Napoli ha iniziato a fare teatro insieme agli amici Massimo Troisi e Lello Arena con i quali ha fondato il gruppo "Rh-Negativo" poi rinominato "La Smorfia". L’esordio televisivo arriva nel 1977 con lo show di RaiUno Non Stop (Maschera D’Argento), seguito da La sberla (1978), Luna Park (1979) Effetto smorfia (1980), Bum Bum all'italiana (1982) e Come quando fuori piove (1984).
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Ernesto della Torre nacque ad Adro il 26 marzo 1844.
A soli sedici anni indossa la camicia rossa e prende il fucile: arruolatosi nel 1859 tra i Cacciatori delle Alpi, fu con i bersaglieri dell'Emilia alla Cattolica. Partì da Quarto nel 1860 coi mille alla volta della Sicilia, eroicamente insorta, combattendo a Calatafimi e a Palermo, fu nominato ufficiale sul campo di battaglia a soli sedici anni e partecipò a quel ciclo che compiva i destini d'Italia. Nel 1862 è trasferito nell'undicesimo reggimento fanteria che vanta da quell'epoca una delle più belle pagine contro il brigantaggio borbonico che infestarono il Mezzogiorno, combattendo sulla penisola ai ponti della Valle.
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Ettore Sannino è nato a Portici, il 23 febbraio 1897.
Dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale, si è avviato agli studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Diplomatosi in scultura nel 1922, ha iniziato «… una intensa attività come scultore in marmo e bronzista, che si protrarrà con successo per venti anni con discreto successo e meritati riconoscimenti, fino alla partecipazione nel ’42 al gruppo di artisti e decoratori chiamati a lavorare per la Mostra d’Oltremare».
Insegnante di disegno e di storia dell’arte nelle scuole di vario ordine.
Artista affermato e impegnato, spesso in ambito locale, è stato «… cooptato in varie iniziative, tese a valorizzare e incentivare le attività artistiche nel difficile dopoguerra dell’area vesuviana».
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Giovanni Fabrizio Francesco Carmine Antonio Nicola de Capua, è nato a Portici il 14 aprile 1685, da Giovanni Battista, conte di Montuori, e di Antonia Caracciolo.
Nel 1719, ordinato sacerdote, è stato subito nominato abate commendatario della chiesa di San Nicola di Controne.
Nel 1727 è stato promosso arcivescovo di Taranto.
Il 17 novembre del 1730, con designazione regia, è stato traslato alla diocesi di Salerno e, successivamente, l’11 dicembre dello stesso anno, da papa Clemente XII è stato confermato a capo della Chiesa salernitana.
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Federico Dennerlein è nato a Portici il 14 marzo 1936, da padre tedesco e da madre romena.
Completati gli studi superiori, nel 1959 si è iscritto all’Istituto Superiore di Educazione Fisica (ISEF) di Napoli, dove si diploma il 10 novembre 1962.
Noto con il nomignolo Fritz, «… atleta dotato di un fisico imponente, dal carattere taciturno, a volte malinconico, aveva straordinarie doti acquatiche», si è tesserato con il Circolo Canottieri Napoli.
Contemporaneamente, nuotatore e pallanuotista di alto valore, è divenuto «… la stella splendente del nuoto napoletano».
In entrambe le discipline sportive, più volte, veste la maglia azzurra della Nazionale italiana.
Nel corso dell’attività agonistica ha realizzato un palmares di notevole rilievo.
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Federico Aprea è nato a Portici il 22 maggio 1835, da Pasquale Aprea e da Colomba Ferrante.
Alla morte del padre, il giovane Federico ha abbandonato gli studi di medicina per dedicarsi alla gestione dell’azienda familiare, una fabbrica di seta, sita alla via Addolorata a Portici.
Non avendo alcuna propensione per il commercio «… timido e riservato com’era, di animo molto buono (anche troppo), mandò presto in rovina l’azienda paterna».
Il 31 agosto del 1867, ha sposato «… una distinta signorina, Giuseppa Nocerino, dalla quale ebbe tre figli: Pasquale, Amalia e Raffaella, deceduti tutti in tarda età».
Amante dell’arte e pittore per diletto, si è impegnato seriamente negli studi di pittura e di tecnica, «con impegno e serietà fino a diventare» un ottimo ritrattista.
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Federico Rossano nasce a Napoli nel 1835, figlio di un ufficiale reduce della campagna di Russia con Murat. Seguì i corsi di pittura nella Reale Accademia di Belle Arti, nonostante le ostilità del padre, che voleva farne un'architetto e non perdonerà mai al figlio la scelta che fece in seguito.
Rossano fu quasi proscritto dalla famiglia e ciò segnò in lui un'amarezza ed un tormento che porterà nel suo animo per tutta la vita. Studiò e si affermò come uno dei pittori più dotati del gruppo "porticese". La sua natura, sensibile al fascino "antico" delle vedute posillipiane, lo porterà ad una felice ed armoniosa visione del paesaggio. Infatti, i temi preferiti Rossano li cercava percorrendo le strade consuete dei pittori della Scuola di Posillipo, e puntava specialmente sulla versione naturalistica della pittura data da Filippo Palizzi.
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Federico Salvatore è nato a Napoli il 17 settembre 1959.
Chi non conosceva Federico Salvatore? Il simpatico cantautore napoletano che con le sue canzoni ci ha fatto ridere e riflettere allo stesso tempo. Un artista unico nel suo genere, capace di mescolare satira e impegno sociale con una maestria incredibile. Le sue origini partenopee si sentono nelle sue melodie accattivanti e nei testi ironici che affrontano temi di attualità. Ma la sua carriera non è solo musica, è anche teatro e televisione, dove ha ottenuto un grande successo. La sua eredità è quella di un talento irripetibile, che ha saputo divertire e far riflettere intere generazioni. Federico Salvatore è stato davvero un artista poliedrico, capace di passare dalla satira all'impegno sociale con grande maestria.
Ha iniziato a 8 anni, da autodidatta, a suonare la chitarra. Essendo mancino non si è preoccupato di invertire l'ordine delle corde, come normalmente si fa, bensì ha invertito il "metodo" cioè il libretto su cui sono rappresentate le posizioni delle dita. Questo ha dato a Federico Salvatore chitarrista una sonorità particolare e fuori dagli schemi
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Ferdinando Bideri è nato a Napoli, il 27 novembre 1850, da Pietro Atanasio Bideri.
Caratterialmente irrequieto, diciassettenne, insofferente della rigida educazione familiare, fuggito di casa, si è unito ai reparti garibaldini. Combattente, si è particolarmente distinto nella tragica quanto sfortunata battaglia di Mentana.
Rientrato a Napoli, pur non raggiungendo la laurea in legge, nonostante avesse solo acquisito una disordinata formazione culturale, ha rivelato di avere una personalità estrosa e brillante.
Continuando la tradizione familiare, sotto forma di ditta individuale, nel 1876, ha aperto una libreria-casa editrice. Ha fissato la sede dell’avviata attività imprenditoriale nella scuderia di un palazzo di proprietà della madre, sito in via dell’Università Vecchia 9, l’attuale via Paladino in Napoli.
Nel 1878, ha convolato a nozze, sposando la baronessina Rosa d’Ajello, sua preziosa collaboratrice.
Nel 1883, la crescita dell’azienda gli ha imposto l’impianto di una più moderna e più tecnologicamente avanzata tipografia e di «… una zincografia per i clichè, fra le poche in grado di produrre immagini in tricromia» in via Costantinopoli 80.
Nel maggio 1889, a seguito dell’ulteriore crescita dell’azienda, ha trasferito l’attività nei locali posti in via San Pietro a Majella 16.
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Filippo di Borbone, principe ereditario del Regno di Napoli e di Sicilia è nato nella reggia di Portici, «… alle ore tre della notte» di martedì 13 giugno 1744.
È figlio primogenito del re Carlo di Borbone e della regina Maria Amalia Cristina Walburga.
La levatrice napoletana Angela Ianni ha fornito la necessaria assistenza al parto della regina, «… gravida di sette mesi», invece, la «… duchessa Miranda Caracciolo era lì pronta a fasciare il neonato».
Subito dopo il parto, il regnante Carlo di Borbone si è portato al balcone con il roseo e grassottello principino stretto in braccio. Qui, lo ha sollevato in alto per farlo vedere al popolo accorso alla notizia del lieto evento, «… mentre Portici scintillava di fiaccole e di collane d’oro ed uniformi».
L’indomani, mercoledì 14 giugno, nel palazzo della Reggia di Portici, viene officiato il battesimo del principe erede al trono del Regno di Napoli. Il capo del principino viene asperso di acqua lustrale da monsignor José Calzado López (1680 – 1761), arcivescovo di Nisibi, assistito dal sacerdote don Giuseppe Moscatelli (…. – 1771), parroco della chiesa della Natività della Beata Vergine Maria. Al momento dell’aspersione, il bimbo è tenuto in braccio dalla nobildonna Eleonora Sforza, marchesa di San Marco.
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Filippo Marsigli nasce a Portici, il 15 settembre 1790 da Giovanni Marsigli.
Prima allievo all’Accademia di Belle Arti di Napoli e poi, dal 1833, maestro di pittura nella stessa.
Dal 1808, beneficiando di un sussidio, ha potuto frequentare la scuola di disegno dal nudo.
Nel 1814, ha goduto «… del Pensionato artistico a Roma ove operò quasi fino alla morte, rimanendo estraneo all’ambiente artistico napoletano».
Rientrato a Napoli, nel 1822, ha partecipato al concorso per la cattedra di pittura storica. In detta occasione, tra le altre prove, ha sostenuto quella della pittura a fresco.
Nel 1826, ha esordito alla Biennale Borbonica, dove esponendo due tele giovanili, ha riscosso un immediato successo. Alla predetta rassegna, ha partecipato anche alle successive edizioni (1830, 1833, 1839 e 1843).
Con rescritto reale del 17 settembre del 1827, è stato nominato professore onorario di pittura storica nell’Accademia di Belle Arti di Napoli.
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Francesco Arena, nato a Portici l'8 gennaio 1956, è stato un arbitro appassionato che nella sua carriera ha arbitrato anche in Serie A e Serie B. Iscritto nella sezione AIA di Ercolano, della quale è stato anche presidente per tre anni dal 1997 al 2000, oltre a essere l'unico arbitro della sezione ad avere il pregio di avere arbitrato in A e B. È ricordato per le sue capacità propositive e le idee innovative.
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Gaetano Petriccione è nato a Portici nel 1838.
È presunto figlio naturale, frutto di una relazione extraconiugale, di Ferdinando II di Borbone Due Sicilie (1810 – 1859) con Anna Pascale, detta Pasca, una cameriera napoletana in servizio alla reggia porticese.
La bella cameriera, poco prima della venuta al mondo del nascituro fu fatta sposare, secondo alcuni con «un funzionario toscano al servizio della dinastia, ovviamente consenziente»; secondo altri, invece, «… su consiglio del cappellano di corte e del giovane fratello del re principe Leopoldo conte di Siracusa con l’anziano cameriere napoletano Domenico Petriccione».
Il giovane, seppur cresciuto dal padre adottivo, ha avuto un’educazione di altissimo livello. All’età di dodici anni, è stato ammesso come allievo militare nella scuola sottoufficiali della Reale Accademia Militare di stanza a Maddaloni.
Completati gli studi con una brillante votazione, lasciata la scuola con il grado di secondo sergente del Genio Militare, è stato ammesso tra fila degli allievi della Reale Accademia Militare Nunziatella di Napoli.