Enrico ArlottaEnrico Arlotta è nato a Portici l’11 settembre 1851, da Francesco Arlotta e Raffaela Pasca.

Conseguita la laurea in giurisprudenza, è stato economista, finanziere e politico.

Attratto dalla politica, diviene seguace di Francesco Crispi, di Giorgio Sidney Sonnino e di Antonio Salandra.

Attivo «… protagonista della vita amministrativa della città di Napoli», ha rivestito l’incarico di assessore ai Lavori Pubblici, sotto il sindacato di Nicola Amore.

Con il predetto sindaco, nel 1884 ha collaborato «…con vivo interesse al piano di risanamento della città» colpita dalla crudele epidemia di colera.

Banchiere, dal 1895 al 1897, è stato direttore generale del Banco di Napoli.

Dal 1897 al 1919, XX – XXIV legislatura, ripetutamente, è stato eletto alla Camera dei Deputati del Regno d’Italia: dell’Assemblea parlamentare, dal 10 marzo al 19 giugno del 1916, ne è stato anche vicepresidente.

In più occasioni ha rivestito l’incarico della reggenza di un dicastero: dall’11 dicembre 1909 al 31 marzo del 1910, ministro delle Finanze nel governo condotto dal ministro Giorgio Sidney Sonnino; dal 19 al 22 giugno del 1916, ministro senza portafoglio; dal 18 giugno 1916 al 15 giugno 1917, ministro dei trasporti marittimi e ferroviari nel governo retto dal ministro Paolo Boselli e ancora ministro senza portafoglio, dal 16 giugno al 29 ottobre del 1917.

Per il suo impegno e per i suoi meriti è stato insignito delle onorificenze dell’Ordine della Corona d’Italia: cavaliere, 16 luglio 1885; commendatore, 30 giugno 1889; grande ufficiale, 20 gennaio 1910 e, quelle dell’Ordine dei S. S. Maurizio e Lazzaro: cavaliere, 7 febbraio 1895; commendatore, 24 maggio 1900; grande ufficiale, 29 dicembre 1916.

Dal 6 maggio 1912 al 14 luglio 1919 è stato vicepresidente della Lega navale italiana.

Il 6 ottobre del 1919 è stato eletto al Senato del Regno d’Italia e, quale senatore è stato membro di diverse commissioni parlamentari.

Dall’1 gennaio del 1926 ha aderito al fascismo, per cui ha continuato a occupare lo scanno di palazzo Madama, quale rappresentante del Partito Nazionale Fascista.

Annoverandolo tra «… gli uomini illustri che seppero onorare la Patria con la loro opera e soprattutto con la loro umiltà» il Comune di Portici gli ha dedicato una strada.

Enrico Arlotta muore a Napoli, dove vive alla via Chiatamone, di martedì 14 novembre 1933.