GIOVANNI MARIA LINGUITIGiovanni Maria Linguiti è nato a Faicchio, in provincia di Benevento, l’8 aprile 1773.

Ancora adolescente è arrivato a Napoli a studiare. Nella capitale, ha deciso «… di  dedicarsi alla scienza del diritto; ben presto però, ritorna sui suoi passi e sceglie la vita monastica».

Dopo essersi addottorato in legge, in filosofia e in teologia, è stato abate dell’Ordine mendicante dei Serviti di Maria.

Nell’esercizio sacerdotale, si è distinto «… come predicatore e viene scelto come Catechista del Corpo di Marina della Darsena e come istruttore di teologia dei Chierici del Clero Regio».

Nel 1804, ha pubblicato le Esercitazioni critico-filosofiche sopra gli Atti dei SS. Apostoli.

«Frate-alienista, uomo acuto ed estroso, dotato di “fuoco naturale”», ha lasciato il silenzioso chiostro dell’Ordine dei Serviti per dedicarsi alla medicina.

Durante il regno francese, instaurato il 14 gennaio 1806, con l’esecuzione delle leggi sulla repressione degli ordini religiosi mendicanti, assunto lo status di sacerdote secolare, ha  continuato «… nella sua attività di predicatore e viene incaricato dal Marchese Francesco Beno di fare da istruttore alle sue figlie».

Dopo aver condotto uno studio sulla pazzia, nel 1812, stampato dalla Tipografia Angelo Trani, ha pubblicato a Napoli il risultato delle sue Ricerche sull’alienazione della mente umana.

Dal 5 maggio 1813, giorno di apertura alla pubblica sventura delle Reali Case dei Matti (Casa della Maddalena e Casa dei Cappuccini al Monte), è stato nominato primo direttore del manicomio aversano e lo ha diretto fino alla morte.

Sua primaria intenzione è stata organizzare il morocomio con nuove pratiche, che riguardano «…il trattamento dei folli con la benevolenza, sciogliendoli dai ceppi e dalle torture, altrove in quei tempi vagheggiate, quantunque non avesse potuto interamente liberarsi del falso concetto della repressione come punizione, usando ancora il famoso bagno, detto di sorpresa, e la macchina rotatoria del Cox. Pertanto, nella casa di cura dei disturbi mentali aversana, porta delle innovazioni importanti che consistevano non solo in “svaghi o distrazioni” con balli, tarantelle e danze ma allo sviluppo di una teatroterapia il cui eco si fece ben presto sentire».

Il percorso terapeutico quindi «… prevedeva di far interpretare al paziente la “passione” o “idea fissa” opposta a quella che affliggeva il malato e doveva essere il medico consulente a selezionare la parte che doveva interpretare il malato – attore».

Nel 1817, ha pubblicato «… una raccolta di storielle, nello giro di un anno ricavate dalle osservazioni fatte» nel  Reale stabilimento dei folli in Aversa.

È stato socio dell’Accademia Pontaniana di Napoli e dell’Arcadia di Roma.

Per i suoi meriti ha ricevuto «… la nomina di Cavaliere dell’Ordine delle Due Sicilie, e quella di Cavaliere dell’Ordine Costantiniano».

Ammalatosi di tubercolosi, è venuto ad abitare a Portici per goderne la salubrità dell’aria.

A soli cinquantadue anni,  «… logorato dalle fatiche della mente e del cuore», il medico frenologo Giovanni Maria Linguiti, direttore del manicomio di Aversa, muore di lento morbo a Portici, di lunedì 19 settembre 1825.

Il 6 maggio 1866, la comunità scientifica ricorda la figura e l’opera di Giovanni Maria Linguiti. Al termine del discorso commemorativo, Per l’inaugurazione del busto di G.M. Linguiti nel r. manicomio di Aversa, «… pronunciato dal cav. G. B. Miraglia», medico psichiatra, viene scoperto il busto, eretto in suo onore, collocato in uno dei corridoi del morotrofio aversano a lui dedicato.